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Taglio del nastro per il primo impianto di chimica verde Matrìca, joint venture 50:50 tra Versalis (Eni) e Novamont. Il progetto, nato nel 2011 con l’obiettivo di riconvertire il petrolchimico di Porto Torres in uno dei più innovativi complessi integrati di chimica verde al mondo, celebra oggi l’avvio di produzioni ad alto valore aggiunto che utilizzano materie prime da fonti rinnovabili vegetali.
Novantadue studenti italiani con 40 progetti; 18 giovani da 8 Paesi di 4 continenti; 34 componenti della giuria; 29 premi assegnati, di cui 21 viaggi studio all’estero e 8 certificati di merito di prestigiose associazioni internazionali: con questi dati il concorso I giovani e le scienze della Fast celebra la sua 26a edizione.
Si è tenuto a Milano presso Federchimica il 16 aprile scorso il workshop “La formazione post lauream e il mondo del lavoro. Nell’industria chimica chi fa ricerca… fa carriera?”. Hanno partecipato all’incontro più di 80 delegati, dottorandi e rappresentanti dell’università, dell’industria e delle istituzioni.
Il livello raggiunto dai processi produttivi grazie alle efficaci tecnologie dovute all’ingegno umano, sta creando una situazione insolita per la necessità di rivedere le forme di lavoro. Infatti esse debbono essere reinventate per risultare compatibili con le prestazioni dei nuovi sistemi informatici che stanno invadendo la sfera dell’intelligenza umana imponendo una reinvenzione dello stesso lavoro. In realtà ci si deve però anche interrogare sul fatto che questa situazione non possa ristagnare per la difficoltà che emerga fra breve tempo una svolta tecnologica simile a quelle che si sono manifestate nelle ere precedenti.
In questa nota sono riportate 10 aziende fra le prime cinquanta come fatturato realizzato nel 2012 che sono attive nella produzione di sostanze chimiche che vanno nell’industrie delle specialità e manifatturiera e che utilizzano oltre che materie prime sintetiche anche materie prime rinnovabili.
Lo scorso maggio si è tenuto a Milano presso la Fondazione Edison un convegno organizzato da AIRI dove si è discusso lo studio che l’associazione ha commissionato a Sesto Viticoli e Luigi Ambrosio su “The Keys Enabling Technologies (KET), pubblicato recentemente in un libro dallo stesso titolo. In questa nota riporteremo alcuni dati ricavati dallo studio e discussi al convegno che illustrano bene il contributo dell’Italia allo sviluppo del sistema industriale europeo. Innanzitutto occorre ricordare che le tecnologie abilitanti fondamentali per l’Europa sono: la micro- e nanoelettronica, le nanotecnologie, la fotonica, i materiali avanzati, le biotecnologie industriali e le tecnologie di produzione avanzate. Tutte queste nuove tecnologie sono importanti soprattutto per la farmaceutica, ma anche per l’industria chimica. Si esamineranno dapprima le singole tecnologie abilitanti e il loro utilizzo in Italia e successivamente si riporterà il contributo specifico di alcune aziende e centri di ricerca presenti nel nostro Paese.