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Nuove poliammidoammine (PAA) funzionalizzate sono state sviluppate per la protezione sostenibile di legno e carta. Esse sono polimeri ecocompatibili, biocompatibili, dotate di un ampio spettro di azione protettiva e attive a bassa concentrazione. Le PAA sono veicolabili omogeneamente con mezzi acquosi all’interno dei manufatti lignocellulosici dove esercitano soprattutto le azioni deacidificante e biostatica contro batteri, funghi, muffe e insetti. Nel caso di antichi manoscritti possono fissare l’inchiostro ferro-gallico formando complessi insolubili di ferro.
La colla bianca Vinavil, nel classico barattolino bianco e rosso, è un prodotto da banco molto conosciuto dai consumatori. La sua evoluzione ‘green’ può essere considerata esempio di come, attraverso un’intensa e mirata attività di ricerca, il settore produttivo dei polimeri in emulsione si può evolvere verso uno sviluppo sostenibile e responsabile.
L’impiego di organocatalizzatori supportati in processi batch e flusso continuo è in continua crescita. L’aumento di riciclabilità e stabilità del catalizzatore, uniti all’incremento di produttività dell’intero processo, rappresentano alcuni degli aspetti maggiormente vantaggiosi legati al loro utilizzo.
Partendo dai risultati del progetto “BIO4BIO: Valorizzazione biomolecolare ed energetica di biomasse residuali del settore agroindustriale” finanziato dal MIUR, vengono illustrate nuove tecnologie basate sull’economia circolare nel settore agroindustriale per una maggiore sostenibilità ambientale e lo sviluppo di nuovi mercati nel settore della green economy.
I Deep Eutectic Solvents (DES) vengono comunemente considerati liquidi ionici di nuova generazione grazie a caratteristiche chimico-fisiche simili a quelli tradizionali, come la bassa volatilità, la conduttività e l’elevato potere solvente. Rispetto a questi ultimi presentano però numerosi vantaggi che negli ultimi anni ne hanno facilitato una veloce diffusione in numerosi settori della chimica. Si sono rivelati ottimi solventi per le biotrasformazioni, la sintesi organica e la preparazione di materiali, sostituendo solventi organici volatili o poco efficienti. Uno dei settori in cui i DES sono risultati maggiormente promettenti è quello dell’estrazione da fonti naturali. Nonostante il loro recente successo alcune problematiche legate all’utilizzo dei DES risultano ad oggi ancora irrisolte, tra queste una completa caratterizzazione eco-tossicologica ed il recupero quantitativo dei composti dalla miscela solvente.
L’industria alimentare produce ogni giorno volumi notevoli di scarti organici, che a livello aziendale si traducono in milioni di euro di mancati ricavi legati soprattutto ai costi sostenuti per il loro smaltimento. Il potenziale riutilizzo di queste biomasse organiche, come fonte di composti biologicamente attivi e non solo, potrebbe, quindi, rappresentare la miglior soluzione al problema, aprendo la strada a produzioni maggiormente sostenibili sia dal punto di vista economico che ambientale e alla diversificazione delle attività aziendali portando allo sviluppo di nuovi mercati.
Solo in anni recenti, si è cercato di introdurre la prospettiva della chimica verde nel settore della chimica analitica e quindi di cercare di ridurre l’impatto ambientale del lavoro di laboratorio. Nel presente articolo verranno introdotte le principali tecniche della chimica analitica ambientale per identificare i loro impatti ambientali e presentare quanto proposto in letteratura per ridurli. Verranno poi descritte le esperienze fatte nei laboratori di ARPA Lazio per ridurre l’uso di solventi nei metodi analitici in uso per i microinquinanti organici. Verranno anche descritte le esperienze fatte per sostituire con solventi sostenibili di origine biologica i tradizionali solventi. I metodi analitici verdi proposti sono stati valutati calcolando i limiti di quantificazione e la ripetibilità per dimostrare la qualità delle prestazioni ottenute.
Il presente studio riguarda lo sviluppo di un processo sostenibile per la trasformazione di oli di frittura esausti in una miscela dei corrispondenti esteri metilici degli acidi grassi ed eteri tert-butilici del glicerolo come potenziale biocarburante finale. Il processo riguarda una trasformazione acido catalizzata, assistita dalle microonde, utilizzando come reagente il metil tert-butil etere (MTBE) commercialmente disponibile.
Daniele Cespi, Dottore di Ricerca in Chimica e ricercatore presso EMC Innovation Lab, ci racconta la sua personale esperienza.